Frank McIntosh iniziò a produrre amplificatori che portano il suo nome nel 1949 dando vita, insieme ad un'altra figura mitica dell'alta fedeltà (Gordon J. Gow) a una piccola fabbrica a Bighamton nel New England degli States che venne chiamata "McIntosh Engineering".

Negli anni precedenti (1942) Frank McIntosh fu consulente per la realizzazione  di sistemi di stazioni radio e diffusione sonora nel distretto di Washington e fu affiancato  in questo lavoro da personaggi quali Frank Stanton (il fondatore della famosa ditta di testine Stanton) l'allora presidente della CBS e da Leonard Reinsch, consigliere radiofonico del presidente Harry Truman.

Il suo compito consisteva nel  cercare di ottenere un'alta potenza d'ascolto e una bassa distorsione dagli amplificatori, ma nulla di quanto venne realizzato in quel periodo soddisfò Frank, dato che nessuno degli amplificatori realizzati fu in grado di mantenere i presupposti di partenza del progetto.

Dopo qualche anno di studi insieme a Gordon Gow riuscì a realizzare una nuova rivoluzionaria circuitazione la "Unity Coupled Circuit" che consisteva nell'utilizzo di uno speciale trasformatore di uscita capace di mantenere inalterata la potenza su varie impedenze con una bassissima distorsione. 

Il circuito fu brevettato nel 1949 e nel medesimo anno inizia la produzione del primo amplificatore McIntosh il 50W1, che presentava, per l'epoca, delle caratteristiche tecniche eccezionali: il 50W1 era infatti capace di erogare ben 50 W con una distorsione di appena 1% da 20 a 20.000 Hz.

Al 50W1 fece seguito un amplificatore più piccolo e più adatto ad essere  accolto nelle case degli appassionati dell'epoca, il 15W1 che, pur dotato di una bassa potenza, presentava  caratteristiche tecniche fuori dall'ordinario.

L'anno successivo (1950) Frank McIntosh potenzia il 15W1 che prende il nome di 20W2 e ne aumenta la produzione dato che tale modello era commercialmente più vendibile del potente e, potremmo dire per l'epoca, "esoterico" 50W1  che comunque viene portato anch'esso alla versione 50W2. Dopo il successo del 20W2 e del 50W2 McIntosh incrementa ulteriormente la sua produzione: nel 1953 nasce il finale A116 da 30 W con una risposta in frequenza strepitosa, da 20 a 30.000 Hz +/- 0,1 dB e un rapporto segnale rumore eccellente, ben 85 dB, due record assoluti per l'epoca.


Il primo preamplificatore McIntosh è l'AE2 del 1951, cui seguono, con scarsa fortuna, il C108 e il C 104 del 1953. Solo nel 1954 McIntosh realizza un pre degno della sua fama, il C8 (il primo pre ad utilizzare le mitiche valvole 12AX 7), cui fa seguito la versione più economica C4.

Nel medesimo anno (1953) nasce anche il primo finale definibile "Mcintosh" a tutti gli effetti, il modello MC 30 montato su un telaio cromato a specchio con base e trasformatori verniciati in nero lucido e l'argenteo marchio McIntosh (in stile gotico) cappeggiante su un fianco. Il modello MC 30 fu un grande successo e la sua fama si mantiene a tutt'oggi inalterata grazia alla sua, secondo alcuni, ineguagliabile resa della gamma media e medio-alta, la voce riprodotta da una coppia di MC 30 pare non abbia eguali forse in virtù oltreché dei trasformatori anche delle valvole utilizzate (una coppia di 1614, sostituite poi con le 6L6GC/5881) e del fatto che il raddrizzamento della corrente fosse operata da un diodo termoionico (la valvola raddrizzatrice 5U4GB) anziché tramite diodi a stato solido (come avverrà nelle successive produzioni Mc e in quasi tutte le attuali  realizzazioni a valvole).


Subito dopo il modello MC 30 è la volta del modello MC 60, forse il più bel finale a valvole mai prodotto da McIntosh. Il finale MC 60 è circuitalmente quasi identico al 30 ma potenziato nell'alimentazione (2 x 5U4GB) e nel dimensionamento dei trasformatori d'uscita, utilizza al posto delle 6L6GC le 6550/KT 88 fattore quest'ultimo che determinò una differenziazione sonora notevole rispetto al 30; sebbene infatti la gamma media e medio-alta del 60 fosse sostanzialmente simile al 30,  perdeva un po' di "magia" rispetto a ques'ultimo, guadagnandone in compenso nella  gamma bassa decisamente più profonda, articolata e potente di quella espressa dal  fratello minore.


La produzione McIntosh rimarrà sostanzialmente invariata fino al 1958, anno in cui inizia a realizzare, non smentendo la fama di perfezionismo, anche sintonizzatori. Il modello MR 55 (mono), è il primo di una lunga serie di prestigiosi sintonizzatori McIntosh, quasi tutti considerati ancor oggi, nelle loro varie versioni, tra i migliori sintonizzatori mai apparsi sul mercato. Dopo l'MR 55 appaiono infatti  l'MR 65 stereo del 1960 (il primo considerato paragonabile ad una pietra di paragone quale il  Marantz 10B), l'MR 66 del 1962, l'MR 67 del 1964,  l' MR 71 del 1966, esteticamente molto simili.


L'anno dei sintonizzatori è però anche l'anno dei preamplificatori, nasce infatti  il degno sostituto del C 8, dotato di una livrea degna dei finali (cristallo serigrafato in oro  e in parte retroilluminato e fascia laterale in alluminio dorato, il tutto inserito in un cabinet, opzionale, ma d'obbligo, in noce), il pre C 20, seguito dal C 11 del 1960, stesso anno in cui viene presentato il misconosciuto finale MC 40, erede dell'MC 30.

Lo scarso successo del 40 viene totalmente dimenticato con l'ingresso di uno dei primi finali stereo dell'epoca (il primo di McIntosh) il modello MC 240 (praticamente due MC 40 in un unico telaio) del 1961, che presenta (come del resto le presentava il suo progenitore mono) delle caratteristiche  tecniche impressionanti quali la risposta in frequenza da 20 a 60.000 Hz +/- 0,5 dB!  Un altro record assoluto per l'epoca.


Nel medesimo anno, 1961, nasce anche il più famoso, bello e definitivo  (ultimo e più longevo dei pre valvolari) preamplificatore McIntosh, il modello C 22 , un capolavoro elettronico ed estetico,  paragonabile per fama e prestazioni solo al Marantz Model 7, entrambi, guardacaso, attualmente in  produzione in replica con i rispettivi finali (C22 - MC 275 ).

Il C 22 sia in versione originale che in replica (in questa versione ha subito notevoli modifiche circuitali) rappresenta sicuramente uno dei pre più musicali mai costruiti nella storia dell'alta fedeltà, che nulla ha da invidiare a pre a tubi di più recente progettazione offrendo allo stesso tempo una versatilità di ingressi fuori dal comune.  E ancora, nel 1961 nasce un altro finale mono McIntosh che utilizza una coppia di mitiche  KT 88 Gold Lion, il modello MC 75, che apporta una novità sonora ai finali Mac, si attenua il suono eufonico e  caratterizzato dei primi modelli (MC 30, 60 e 40) e appare un suono più neutro, equilibrato,  senza enfasi in nessuna gamma, ma allo stesso tempo fluido e concreto, caldo sugli alti e sulle medie, caloroso e possente sulle basse, insomma il "suono Mac". Anche il 75, così come accadde per il 40, non avrà molta fortuna essendogli preferito il successivo modello stereo MC 275 (due 75 in un unico telaio) che rappresenterà per molti anni (la sua produzione termina nel 1973 mentre sono  già stati realizzati i primi finali a transistor) il massimo in fatto di amplificazioni a valvole e il sogno proibito (costava una fortuna) di moltissimi audiofili.


Il modello MC 275 segna sicuramente l'apice costruttiva degli amplificatori a valvole Mac, apice in cui converge tutta l'esperienza acquisita nella realizzazione di un finale con delle caratteristiche tecniche e soniche a tutt'oggi difficilmente eguagliate dagli amplificatori a valvole odierni.Il modello MC 275 suona senza rimarcare troppo la sua natura valvolare, è anzi forse il meno valvolare dei finali McIntosh tanto equilibrato è il suo suono, che solo nella  gamma media e medio-alta (calda e fluida) e in gamma bassa (forte ma, come la maggior parte dei  valvolari "classici", leggermente lunga) fa sentire la sua vera natura.

Al 275 seguirà nel 1962 il modello stereo "economico" l'MC 225 (25 + 25 W) che ricalca la circuitazione del 30 con la livrea del 275. Per venire incontro al pubblico (i prezzi  McIntosh erano piuttosto elevati) viene realizzato nel 1964 un  piccolo amplificatore integrato, il modello MA 230 (30 + 30 W) che utilizza parte della circuitazione e il cabinet del C 22 integrata con quella  del finale MC 240, cui fa seguito il più potente MA 5100 da 45 W per canale.

Con questi modelli (tranne un'unica eccezione), si conclude la produzione valvolare McIntosh e inizia quella a transistor accompagnata dalla nuova famosa e splendida  estetica McIntosh: cristallo nero con scritte in oro che si illuminano di azzurro-verde  all'accensione e Vu meter "acquamarina" (Mc 2505 e MC 2105) seguiti successivamente da  quelli blu-azzurri (dal modello MC 2125 in poi).


Nel 1967 McIntosh produce il primo finale a transistor,  il modello MC 2505, di soli 50 W per canale,  costa una fortuna rispetto ai suoi diretti concorrenti di pari o superiore potenza, ma, a detta di molti, suona decisamente meglio della stragrande maggioranza degli apparecchi in circolazione.  Nel 1968 il 2505 viene affiancato dal fratello maggiore, il modello MC 2105 da 105 W per canale,  sostanzialmente identico al fratellino ma di mole decisamente maggiore e capace di prestazioni  dinamiche più adeguate alla concorrenza, che all'epoca era portata unicamente da Marantz, unica ditta considerata alla stregua della fama di McIntosh.

Anche nella produzione dei finali a transistor McIntosh mantiene la particolare  circuitazione "Unity Coupled Circuit", è infatti l'unica ditta costruttrice al mondo  ad utilizzare in una circuitazione a transistor i trasformatori d'uscita propri delle  circuitazioni valvolari! Questo accorgimento (come già detto per i valvolari che però  necessitano assolutamente - tranne i cosiddetti OTL - dei trasformatori d'uscita) consentiva  anche ai Mac a transistor di mantenere delle caratteristiche di potenza e distorsione d'uscita  invariate al variare del carico d'impedenza offerto dai diffusori, mentre infatti gli altri  amplificatori erano e sono soliti aumentare la potenza al diminuire del carico  (es.: 50 W su 8 Ohm, 100 W su 4 Ohm) e diminuirla al suo aumentare (es.: 20 W su 16 Ohm, 10 W  su 32 Ohm) i finali Mac erogano la medesima potenza dichiarata su un carico da 2 a 64 Ohm.


Al 2505 e al 2105 (così come accadrà per altri finali delle serie successive)  McIntosh affianca la versione esteticamente "povera" a "basso" costo, per un utilizzo più professionale, rispettivamente i modelli MC 50 e MC 250 (da 50 + 50 W) e MC 2100 (105 + 105 W) che utilizzano lo chassis dei finali  a valvole. Mentre i finali a transistor hanno grande successo non si può dire altrettanto  (così come accadde per i primi pre a valvole) del primo preamplificatore a transistor,  il modello C 24 del 1966 infatti suona piuttosto male e  viene subito abbandonato in luogo dell'eccellente C 26 del 1967 che andrà ad affianchere i finali MC 2505 e 2105.

Nel 1968 la Mc a sorpresa, mette in produzione un altro finale a valvole, un mostro di potenza,  il modello MC 3500 , monofonico, dotato di ben 8 valvole  finali 6LQ6 e capace di ben 350 W da 1 a 64 Ohm! Il 3500 comunque fu forse "figlio" più  di una dimostrazione di capacità costruttiva che di una reale necessità di mercato.

Sempre del 1968 è anche il sintonizzatore MR 73, il primo di una lunga serie di eccellenti, per non dire straordinari, sintonizzatori a transistor. L'MR 73 era dotato di due gamme di ricezione AM/FM e di una raffinata e sofisticata circuitazione (regolazione della sensibilità di ricezione in AM, commutazione automatica mono/stereo,  indicatori di multipath, intensità segnale e sintonia) che sarà il "luogo comune" di tutti i sintonizzatori Mac. Al modello MR 73 fa seguito, nel 1970, il modello MR 74 sostanzialmente identico al 73 e, nel 1971, il modello MR 77 .


Nel 1971 McIntosh "rimaneggia" l'MC 2100 e ne ricava due finali mono, sarà il modello  MC 100 che non avrà (come molti dei finali monofonici della Mc Intosh) molta fortuna.  L'anno successivo, il 1972 è da segnare, nasce il miglior preamplificatore a transistor McIntosh (e non solo), il modello C 28,  naturale evoluzione del C 26, ma che suona decisamente meglio del già ottimo C 26. Il C 28 è forse il più musicale e il più bello tra i pre Mc Intosh a transistor  è sicuramente il migliore pre presente sul mercato nel 1972!

Al C 28 fa seguito nel 1973 l'integrato per eccellenza, il modello MA 6100, esteticamente quasi identico al C 28  ma dotato di sezione finale da 70 W per canale. 

Il 6100 rappresentò insieme al 1200 Marantz il massimo degli amplificatori integrati  di quegli anni e rimase (come lo è tuttora) uno degli integrati più amati  dagli appassionati.

Dopo il C 28 e il 6100 McIntosh cambia leggermente l'estetica dei suoi apparecchi, i bordi  laterali in alluminio chiaro diventano dritti anzichè trapezoidali, le manopole cambiano  foggia e passano dal bianco alluminio tornito al dorato, i Vu Meter acquamarina dei finali diventano  azzurri e retroilluminati (i mitici "occhioni-blu"), nascono così nel 1975 il C 27 , che ricalca la disposizione e la circuitazione del C 26,  nel 1976 il C 29 erede estetico del C 28 e nel 1977 il C 32,  il nuovo "mito" dei pre McIntosh più per la straordinaria ecletticità che per  il bel suono, che a dire il vero, in tutta quest'ultima serie di pre, non eguaglierà  quello del C 28. Il C 32 era un pre super-dotato: amplificatore incorporato da 10+10 W per la cuffia,  espansore di dinamica, equalizzatore di tono a 5 bande, doppia barra di registrazione, insomma una vera completa centrale di comando il tutto con la qualità costruttiva Mac. A questi pre della nuova serie si affiancano i rispettivi nuovi finali con i modelli MC 2125 da 120 + 120 W del 1976 e  l' MC 2205 da 200 + 200 W del 1977 (idealmente "eredi"  del 2505 e del 2105) e nello stesso anno l' MC 2500 (esteticamente e potenzialmente erede dell'MC 3500 mono) da 500 + 500 W! cui seguirà  il più piccolo MC 2300 da 300 + 300 W invariato nell'estetica ma con una potenza  relativamente più "umana".


Al 2500 fanno seguito nel 1979 l'MC 2255, esteticamente identico al 2205 ma potenziato di 50 W e dotato di un minicomputer per l'autodiagnostica. Tra questi si inseriscono i modelli per usi "hard" circuitalmente immutati ma privati del frontale in cristallo in luogo di un frontale in alluminio bianco e nero, rispettivamente i modelli: MC 2120, MC 2200 . Tra gli integrati appare nel 1973 l'erede del 6100 il modello MA 6200 da 75 + 75 W e nello stesso anno il sintonizzatore MR 75 cui fa seguito nel 1975 il "re" dei sintonizzatori, il mitico MR 78 considerato a tutt'oggi insieme all'MR 65, al Marantz 10B e al Sequerra Model One, uno dei migliori sintonizzatori mai apparsi sul mercato,  seguito poi, per altro senza molta fortuna dall' MR 80 che introduce la sintonia "digitale" in luogo della vecchia ma affascinantissima "scala parlante"  (forse fu questa la causa dell'insuccesso di tale modello, circuitalmente sofisticatissimo). 

Tra tutti gli apparecchi di quest'ultima generazione saranno i finali 2505 e soprattutto il 2205 e il sintonizzatore MR 78 a sostenere e mantenere alta la fama del suono, della bellezza e  dell'affidabilità della Mc Intosh negli anni a venire, fama tale da far superare a questa ditta la crisi passeggera della metà degli anni 80, anni in cui mette in produzione  apparecchi ben lontani dalla sua filosofia costruttiva, e che la porteranno per alcuni anni  nel dimenticatoio per tornare poi in auge negli anni 90 con una nuova serie di pre e finali  attualmente stimati in tutto il mondo.














 

Una storia iniziata nel 1949

Frank McIntosh

Gordon J. Gow

 
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